La seborrea
Questo problema, diffusissimo soprattutto tra gli uomini, è dovuto all’eccessiva produzione di sebo, una miscela di sostanze grasse, la principale delle quali è lo squalene. Gli altri componenti, acidi grassi saturi e insaturi, cere, colesterolo e altri, sono prodotti di disfacimento delle cellule della ghiandola sebacea, deputata appunto alla produzione del sebo. In genere il sebo ha un ph acido (3-4) e ha una consistenza semi fluida. Se però la temperatura si abbassa, si solidifica, mentre diventa liquido alle alte temperature.
La principale funzione di questa sostanza è proteggere il fusto dei peli e dei capelli rendendoli lucidi ed elastici. Quando il sebo è eccessivo, la capigliatura assume un aspetto trasandato e, a volte, emana anche cattivo odore. Ma questi sono gli unici aspetti negativi dell’eccesso di sebo. E’ infatti sbagliato credere che il sèbo soffochi il bulbo provocando la caduta dei capelli, proprio perché l’organo riproduttivo dei capelli non respira affatto, ma trae il suo nutrimento dall’interno. Meglio quindi non sgrassare a fondo le chiome con shampoo e lozioni particolarmente aggressive: il sebo deve essere soltanto tenuto sotto controllo perché può far peggiorare le condizioni generali del cuoio capelluto, provocare prurito e arrossamenti.
Attualmente, per il controllo del sebo sono in commercio sostanze in grado di ridurre questo fastidioso problema senza dover ricorrere, come si faceva un tempo, all’uso di prodotti a base di cortisone. Possono essere utili anche lozioni a base di alcol e acido salicilico.
Quando il grasso si modifica
Il problema dei capelli grassi si risolve lavando più spesso i capelli e soprattutto usando uno shampoo consigliato dallo specialista. Talvolta, però, la composizione del sebo si modifica. In pratica, si invertono le proporzioni: anziché essere ricco di acidi grassi liberi, squalene e cere, aumenta la percentuale di cole- sterolo, trigliceridi e paraffine. Nasce così la dermatite seborroica, un disturbo molto frequente che tende a diventare cronico. La quantità di sebo però non aumenta rispetto alla normalità. Questa secrezione comunque irrita il cuoio capelluto e provoca prurito.
Non è vero, però, che questa alterazione del sebo sia di per sé responsabile della caduta dei capelli. L’aspetto più spiacevole del disturbo è che il sebo alterato si raccoglie in ammassi che assomigliano a grosse scaglie, simili a quelle della forfora ma fino a 10 volte più grandi. Queste isole di grasso si localizzano soprattutto all’attaccatura dei capelli, ma talvolta interessano anche la zona delle sopracciglia, il dorso e le pieghe del naso.
Se la dermatite seborroica si localizza esclusivamente alla testa, si può controllare la formazione delle scaglie utilizzando shampoo a base di solfuro di selenio o di zinco piritione oppure al catrame.
Anche i neonati, nei primi tre mesi di vita, possono essere colpiti da questo disturbo, che nel caso specifico prende il nome di crosta lattea. Se le scaglie sono piccole e poco numerose, non danno problemi. Impacchi di olio per bambini e una buona pulizia locale risolvono il disturbo, ma anche in casi in cui il rossore e la crosta lattea siano molto estesi, le squame e le irritazioni non producono danni ai capelli. E’ comunque necessario rivolgersi al pediatra.